La problematica afferente al moltiplicarsi della disputa di c.d. “Titoli Internazionali” per conto di “Sigle Pugilistiche” non riconosciute né ammesse dalla Federazione Pugilistica Italiana (peraltro neanche dall’EBU), sembra non essere valutata correttamente da diversi operatori che, invece, intendono proseguire nell’organizzazione di eventi con in palio “cinture di diverso genere”.
Ed allora, si rende necessario che la Federazione affermi con rigore la sua posizione.
La F.P.I., ad oggi, riconosce esclusivamente e collabora con le seguenti Sigle Internazionali: E.B.U (European Boxing Union), W.B.C. (World Boxing Council), W.B.O (World Boxing Organization), W.B.A. (World Boxing Association), I.B.F. (International Boxing Federation) e I.B.O. (international Boxing Organization).
Riteniamo che esse siano già di per se stesse TROPPE e che si rischi di generare confusione in operatori e partners che si avvicinano al Movimento Pugilistico con la volontà di sostenerlo.
Tuttavia, per ragioni ormai storiche i predetti Enti sono accolti al livello mondiale e per tale motivo la F.P.I. certifica e riconosce alla stregua di Titoli Internazionali approvati ed aventi valore sportivo e legale, anche ai fini della considerazione dei Pugili propri tesserati da inserire nelle classifiche nazionali ed internazionali, solo quelli organizzati sotto l’egida dei menzionati Enti e da queste sanzionati ufficialmente.
Nel precedente comunicato si è chiarito, al di là di ogni dubbio, quale debba essere il processo per ottenere il riconoscimento ufficiale da parte della F.P.I. e quali siano documenti e procedure oggettive ed indispensabili.
Ci appare opportuno, ancora una volta e più vibratamente evidenziare come il rispetto delle regole sia dovuto nel comune interesse dell’intero Movimento Pugilistico Italiano, ma anche di quello Internazionale e chi se ne discosti rechi gravi danni alle Comunità Pugilistiche.
Tali danni sono evidenti sotto diversi profili: CREDIBILITA’, QUALITA’ DEGLI INCONTRI CON TITOLI in palio e la stessa DIGNITA’ DEI PUGILI coinvolti.
A scanso di equivoci, da alcuni incredibilmente adombrati, quanto sopra riguarda TUTTI gli” PSEUDOTITOLI” posti in palio da Enti non ammessi.
Deve, insomma, essere chiaro che i succitati pseudo titoli ALTRO NON SONO CHE MERI INCONTRI DI ATTIVITA’ ORDINARIA.
PRESIDENTE FPI FLAVIO D'AMBROSI
COORDINATORE CTP AVV. ROLANDO GROSSI