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PROGETTO DEL NUMERO 6 DEI “QUADERNI” "Storia e sviluppi della disciplina del pugilato in Italia" #100FPI

 PROGETTO DEL NUMERO 6 DEI “QUADERNI”  "Storia e sviluppi della disciplina del pugilato in Italia" #100FPI

In occasione del 100° anniversario della Federazione Pugilistica Italiana (ente che sorse a Milano il 2 marzo 1916), la SISS, in collaborazione e col sostegno della FPI,  vuole celebrare questa specifica ricorrenza tramite la pubblicazione di un volume di saggi dedicato alle vicende e ai nomi della boxe italiana.

Come notava Stefano Jacomuzzi nella sua Enciclopedia “Gli Sport” (Utet 1964), la boxe è disciplina sportiva preminente e “allo storico non deve sfuggire la constatazione di una sua inesausta persistenza attraverso la storia dei secoli... gli indubbi valori che al pugilato sono congeniali”. Allo storiografo odierno, parimenti, non può sfuggire un'evidenza lampante: il pugilato è stato il terzo sport più amato dagli italiani  in un arco che copre gli anni venti-settanta del Novecento. Una popolarità e un gradimento inferiori solo a quelli per il calcio e il ciclismo.

La boxe, nella sua valenza sociale, è stata al centro di variazioni letterarie e cinematografiche. Diversi nostri intellettuali e artisti hanno mostrato interesse per la cosiddetta “nobile arte”. Anche se bisogna convenire che il racconto dell'epopea pugilistica non ha mai sfiorato i vertici toccati negli Stati Uniti d'America e nella koiné anglosassone; neppure lontanamente vi si è avvicinato. Abbiamo sì un Guido Gozzano e un Orio Vergani, un Gianni Brera e un Paolo Monelli, un Marco Ramperti e un Alfonso Gatto. Niente però a che vedere, sia in qualità sia in quantità,  con la maestosa panòplia britannica e nord-americana, indossata da guerrieri della letteratura come Jack London, George Bernard Shaw, Ernest Hemingway, Norman Mailer, e poi Schulberg, Oates, Remnick, Tool, Landsdale ecc.

La storiografia sportiva in lingua italiana ha prodotto rari studi, quasi tutti a tema biografico (citiamo il “Carnera” di Daniele Marchesini o il “Nero di Roma - Storia di Leone Jacovacci” di Mauro Valeri). Mentre più ampia è la memorialistica, partendo dal pugile-scrittore Erminio Spalla e passando per Mitri, Loi, Arcari, Benvenuti, gli ultimi campioni degli anni 2000. In campo giornalistico, sarebbero parecchi i nomi da fare, ma qui ci limitiamo a citare Giuseppe Signori, col suo “Angeli e demoni del ring” (1967).

Ecco, dunque, presentarsi la possibilità di rompere il ghiaccio e pubblicare una prima antologia di saggi rivolti alla “dolce scienza del colpire”.

Sempre in chiave storiografica, il range degli argomenti esplorabili è quanto mai vario. Tra gli spunti identificati abbiamo: il pugilato in Italia nell'Antichità Classica e nell'Età Moderna; la sua codificazione nel XIX secolo e i primi manuali in lingua italiana; la filiazione della tecnica pugilistica da quella schermistica; la boxe “da baraccone” degli impresari belle époque; la storia dei pionieri, con i primi campioni e maestri riconosciuti; gli sviluppi in epoca fascista (Mussolini disse: “voglio un popolo di cazzottatori!”); l'età dell'oro degli anni cinquanta, quando davvero frequentare le palestre di pugilato per i giovani divenne un modello utile all'emersione sociale; l'Olimpiade di Roma, che espresse il talento Nino Benvenuti; le grandi organizzazioni professionistiche degli anni sessanta; il lento ma inarrestabile declino dei due decenni successivi; la ripresa (aumento delle palestre e delle società affiliate FPI) a partire dagli anni novanta dello scorso secolo, in omaggio a paradigmi strettamenti legati al fitness e alla “tendenza”.

Saranno graditi studi centrati su realtà locali (campioni, maestri, dirigenti, società, eventi agonistici) e su argomenti specifici. Ad esempio:  la medicina; l'evoluzione delle attrezzature; il dibattito sulla boxe da abolire  in quanto contraria ai principi cristiani; l'altra spinosa questione delle innumeri morti avvenute sia tra i dilettanti che tra i professionisti; il giornalismo e i reportage d'inchiesta;  il pugilato nelle arti: pittura, scultura, letteratura, teatro, cinema di fiction e documentari. 

Il volume, curato da Marco Impiglia e Maria Mercedes Palandri,  sarà in b/n e avrà una foliazione di circa 200 pagine. Il limite consentito a ciascun Autore è di 35.000 battute spazi inclusi, più le note e le eventuali bibliografie, tabelle e  diagrammi. Per quel che concerne i materiali iconografici, ne verrà stabilito di caso in caso l’utilizzo. La deadline per l’invio dell'abstract è fissata al 30 settembre 2015; quella per la spedizione dell’articolo al 31 gennaio 2016. Il volume sarà presentato al pubblico a marzo-aprile del 2016.

Vi ricordo che ogni articolo sarà soggetto al vaglio critico del Comitato Scientifico della SISS, sul cui sito sono pubblicate le norme redazionali da seguire. Verrà tempestivamente fatta comunicazione agli Autori riguardo all'accettazione o meno del loro intervento.

Vi ringrazio per l’attenzione e vi chiedo di mandare una vostra risposta, sia in caso di ingaggio (titolo e abstract), sia in caso abbiate qualcosa da suggerire, all’indirizzo: marco.impiglia@gmail.com

                                                                                                      Cordiali saluti

IL DIRETTORE DELLA COLLANA “QdS”

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