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Il Punto del Presidente FPI Flavio D’Ambrosi: Grande Italia ai Giochi Europei e tra i Pro

Il Punto del Presidente FPI Flavio D’Ambrosi: Grande Italia ai Giochi Europei e tra i Pro

 Il Punto del Presidente Flavio D'Ambrosi

SENZA PAROLE

Il pugilato italiano ci lascia senza parole. Come davanti ad una policromatica alba di una refrigerante mattina estiva.
Cinque medaglie (1 oro e 4 bronzi), ed Abbes Mouhiidine portabandiera dell'Italia, scelto dal Coni, per la chiusura dei Giochi europei. Ciò a testimonianza di quanto le Istituzioni sportive siano vicine a questa Federazione e riconoscenti verso i successi del pugilato italiano.
Ben quattro pass olimpici che - in assenza dei soliti "balbuzienti" verdetti - sarebbero stati almeno sei. La certezza che nel 2024 rivedremo ai Giochi olimpici di Parigi, una Nazionale Azzurra di altissimo livello.
Possiamo affermare, senza timore di essere smentiti, che questa edizione dei Giochi europei ha confermato la competitività e la crescita del pugilato italiano.
Sono i numeri che lo dicono perentoriamente. Come un fiume in piena, il movimento pugilistico nazionale allarga i suoi argini, sconfiggendo lo scetticismo di chi non credeva ce la potessimo fare.
Sulla scorta dei circa 60.000 tesseramenti, delle oltre 1000 società affiliate, dei circa 1.200 eventi pugilistici - registrati nel 2022 - nonché dei ricorrenti successi internazionali dei nostri pugili Azzurri e Pro, oggi si può guardare al futuro con nuove certezze e realistiche ambizioni. Anche i media lo hanno compreso - Rai e Dazn in testa - e sono tornati a parlare di pugilato nostrano.
Per comprendere fino in fondo la positività del momento, non dimentichiamoci che nel 2016 il pugilato italiano annaspava come chi tenta di non affogare nel bel mezzo di un mare in tempesta. Il profondo coma in cui era caduto il movimento Pro, i fallimenti delle Squadre Azzurre, il Covid, la perniciosa questione IBA, la stagnazione dei tesseramenti e delle affiliazioni, l'allontanamento di stampa e televisioni.
Di fronte a questo scenario, al contrario di chi utilizza molte parole e compie pochi fatti, noi siamo stati in silenzio ed abbiamo lavorato, programmando concrete politiche sportive di rilancio, sostenendo tecnici e società, anche nei momenti più delicati del covid 19.
Così, dopo un quadriennio di attenta ricostruzione del "palazzo" pugilato - dal 2017 al 2020 - al momento della mia elezione a Presidente di questa Federazione, si sono realizzate le premesse per riportare la nobile arte italiana ai vertici del panorama internazionale, restituendole quella dignità consona alla sua imperitura tradizione.
Oggi siamo sulla strada giusta finanche con il settore Pro che vede crescere progressivamente - grazie alle tante novità introdotte dalla Federazione - tesseramenti, riunioni, match ed affermazioni internazionali soprattutto a livello europeo dove l'Italia non ha più niente da invidiare (dalle borse alla qualità degli eventi) agli inglesi, agli spagnoli ed ai cugini francesi.
Proprio ieri, nel corso dei festeggiamenti per le medaglie della Squadra Azzurra, i nostri pugili Pro ci hanno regalato altre soddisfazioni a livello internazionale. Il pugile Etinosa El Chapo Oliha ha superato ai punti il cileno Alamos e si è laureato Campione mondiale IBO, pesi medi, mentre Pietro Rossetti ha confermato il Titolo UE nei pesi welter. Complimenti alle loro società ed ai loro maestri.
Certo, nel prossimo futuro avremo ancora tante sfide da vincere e molti interventi correttivi da effettuare soprattutto nel settore arbitri giudici. La crescita dovrà continuare, sia in termini quantitativi che qualitativi, dovremo consolidare i successi, trovare nuove risorse economiche, esaltare con maggior vigore la dimensione valoriale del pugilato ed individuare una nuova collocazione internazionale come il CIO ha sancito.
Peraltro, sono sicuro, come lo sono stato fin dall'inizio, che vinceremo tutte le sfide e raggiungeremo tutti i traguardi che ci siamo prefissati. A differenza di quelli che hanno gridato al "de profundis" del pugilato italiano, io ho sempre creduto, invece, nella qualità dei nostri tecnici e nella loro capacità di rinverdire i fasti di una solida tradizione italiana.
D'altronde, qualcuno dice che porto fortuna...e forse sarà solo quella il segreto dei successi odierni!
Ma va bene così...Senza parole.

Il Presidente Fpi
Dott. Flavio D'Ambrosi

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