Lente di ingrandimento

COMUNICATO DEL PRESIDENTE FPI FLAVIO D'AMBROSI

COMUNICATO DEL PRESIDENTE FPI FLAVIO D'AMBROSI

La parabola del figlio prodigo.

A certe latitudini si soffre ma non per il caldo, solo per modesta "incapacità".
Allora, per lenire la sofferenza si attua l'intolleranza e la violazione delle norme federali, non riconoscendo ed anzi oltraggiando la stessa Istituzione Fpi.
In tal senso, il comportamento più frequente è "l'elusione" delle norme federali che si aggirano, come si fa intorno ad una boa, in maniera arrogante, mancando di rispetto ai tanti tesserati che invece onorano quelle norme.
Accade così, per esempio, che un pugile Pro non autorizzato ad effettuare un match, dal competente settore federale, si tesseri - su indicazione del suo magnificente "mentore" - ad una Federazione straniera, palesando la volontà di non far più ritorno nella famiglia Fpi.
Fin qui tutto legittimo, a parte la furbata di aggirare l'ostacolo normativo quando tutti i restanti tesserati, come sopra detto, sono invece rispettosi delle regole.
Peraltro, noi siamo assolutamente felici se un pugile italiano si afferma a livello internazionale, anche non essendo tesserato Fpi, come avvenuto nel passato ed anche recentemente.
Sennonché, ad un certo punto il fantasmagorico “mentore” si accorge che forse è meglio rientrare nella Fpi poiché all'estero non si trova più il paradiso promesso od il piatto di minestra erogato e spesso non incassato dall’incolpevole pugile!
A questo punto, alla furbata si aggiunge l'incoerenza ed il non saper mantenere la promessa di non rientrare più nella tanto vituperata Fpi! Insomma, il figlio prodigo vorrebbe rientrare e bussa alla casa del Padre.
La Federazione è una grande famiglia ed è disposta a perdonare ed a spalancare le porte al figlio pentito ma a due condizioni: il rispetto rigoroso delle regole e l'adeguata sanzione, inflitta dai competenti Organi di giustizia, nel caso in cui le stesse siano state violate. Ciò nel rispetto di tutti coloro che quelle norme le osservano per il bene del movimento pugilistico italiano.
Nel frattempo, vorrei suggerire a qualche distratto dirigente federale periferico, di curare l'osservanza delle norme federali da parte dei tesserati di sua pertinenza. Tale condotta, oltre ad essere un dovere morale e giuridico, dovrebbe far parte del DNA di chi le Istituzioni le vuole rappresentare.
Il Presidente FPI
Dott. Flavio D'Ambrosi

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