29 Febbraio 2012

IBT Nazionale Elitè Maschile: la delegazione per il Memorial Vllaznia 2012, 4 i pugili

Logo_Italia_Boxing_TeamE' stata ufficilizzata la composizione della delegazione della Nazionale Elitè Maschile che andrà a Shkoder - in Albania a 80 km da Tirana - per prendere parte al "Memorial Vllaznia 2012".

La compagine azzurra arriverà in Albania il prossimo 8 marzo. Il giorno successivo inizierà il Torneo con i quarti, mentre le finali sono previste per il giorno 11. Il 12 ci sarà il rientro del nostro team in Italia.



CDi seguito la composizione della delegazione Azzurra:

Tecnici: Raffaele Bergamasco - Giulio Coletta

Fisioterapista: Fabio Morbidini

Arbitro: Benedetto Brandino

Atleti:  56 kg. Vittorio Parrinello - 60 kg. Donato Cosenza - 64 kg. Vincenzo Mangiacapre - +91 kg. Roberto Cammarelle
28 Febbraio 2012

Giovedì la firma della convenzione Ministero Difesa-FSN, presente il Presidente Falcinelli

FalcinelliGiovedì 1 marzo 2012, alle ore 11.30, nella Sala  Stampa della  Piscina  dello Stadio Militare “Alberico Albricci” all’Arenaccia a Napoli, alla presenza del Presidente  del CONI  Gianni Petrucci e del Segretario Nazionale  Raffaele Pagnozzi, il Presidente Regionale del CONI della Campania Sen. Cosimo Sibilia,  Il Presidente FPI, Franco Falcinelli – che sarà accompagnato dal Segretario Generale FPI, Alberto Tappa e dal Presidente del CR FPI Campania, Enrico Apa - ed gli altri Presidenti Nazionali e Regionali delle Federazioni Sportive, oltre la FPI, che hanno costituito l’Associazione  “Lo Sport e l’Esercito per il futuro di Napoli” (FIN, FIR, FIT, FIDAL e FITET) firmeranno  coi vertici del Ministero della Difesa nella persona del Colonnello Lucio Eugenio Cannarile,  la Convenzione di co-uso dello Stadio Albricci. Cerimonia alla quale seguirà una conferenza stampa di presentazione del progetto.


Questo storico accordo, fortemente voluto e condotto in porto dal Sen. Cosimo Sibilia, non solo restituisce alla città di Napoli un importantissima  struttura in un momento di grave carenza di impianti ma, come evidenzia lo stesso Presidente Sibilia, è un esempio di come sinergie  fra istituzioni diverse possono ricadere in modo positivo sui cittadini. In base alla Convenzione,  l’Associazione “Lo Sport e l’Esercito per il futuro di Napoli”, avrà il compito di sovrintendere, dirigere e coordinare tutte le attività sportive dello Stadio  “A. Albricci”. L’Associazione è formata da Paolo Trapanese  che firmerà la Convenzione in qualità di Presidente, da Sergio Roncelli ed Enrico Apa (V. Presidenti) e da Gennaro De Falco, Michele Raccuglia e Sandro Del Naia. Lo Stadio Albricci, già sede di velodromo che tra l’altro ha visto Fausto Coppi trionfare nel Giro della Campania del 1956 e, dal 1926 al 1930, primo stadio casalingo del Calcio Napoli, è una struttura polivalente  dotata di piscina, campi da tennis, campo di rugby, velodromo, tensostruttura, pista di atletica e tribune. Il CONI ed il Ministero della Difesa si sono divisi gli oneri per l’immediata  ristrutturazione e futuro adeguamento dell'impianto. Rugby, Nuoto e Tennis, usufruiranno immediatamente dell’impianto, mentre Atletica Leggera, Pugilato e Tennistavolo potranno utilizzare la struttura appena terminati i previsti  lavori di ristrutturazione e di ampliamento, peraltro già iniziati. Sarà poi compito della Associazione estendere l’uso dell’impianto alle altre Federazioni.


Contemporaneamente nello Stadio Albricci, dalle ore 10.00 alle ore 12.30, le Federazioni coinvolte daranno vita, insieme ai Gruppi Sportivi Militari e ad altre Federazioni Sportive radicate sul territorio (Judo con i giovani campioni della Star Judo Club Napoli e del Centro Sportivo Sociale di  Gianni Maddaloni, Tiro a Segno, Arti Marziali, Taekwondo, Canottaggio indoor) ad esibizioni, dimostrazioni pratiche, incontro con campioni nazionali ed internazionali delle varie discipline. Alla manifestazione sono state invitate le Scuole Medie Inferiori e Superiori napoletane.

27 Febbraio 2012

Pugilato e Olimpiadi, una storia da raccontare: Amsterdam 1928, l'Italia è prima nella Boxe

Olimpiadi2Il 1928, anno in cui si tennero i Giochi Olimpici della IX Olimpiade dell’era moderna, fu un’annata abbastanza interlocutoria, dal punto di vista della rilevanza storica. Si viveva ancora nel clima da pseudo-Belle epoque degli anni venti, che avevano dato a tutti la falsa illusione che il Mondo, dopo la tragedia della Prima Guerra Mondiale, fosse ormai proiettato verso un lungo periodo di serenità.


In effetti, gli echi della Grande Guerra si erano ormai stemperati e i cannoni della Seconda erano ancora di là dal tuonare. L’economia mondiale, pur se qualche scricchiolo cominciava a farsi sentire, non era arrivata alla fatidica data del 24 ottobre 1929: il famigerato giovedì nero in cui ci fu il crollo di Wall Street con l’annesso effetto catastrofico sulle finanze planetarie.


1928_poster


In questa atmosfera, quindi, si svolsero le Olimpiadi, che ebbero luogo ad Amsterdam tra il 17 maggio e il 12 agosto. La città olandese aveva già presentato la propria  candidatura per quelle del 1920 e del 1924, ma prima il risarcimento morale a un Belgio martoriato dalla guerre, e poi la volontà del Barone De Coubertain di rivedere la fiamma olimpica su Parigi, le avevano negato la possibilità di fregiarsi del titolo di città olimpica. Nel 1924, battendo la concorrenza di Los Angeles, ottenne l’organizzazione dei giochi 1928.


Furono le prime Olimpiadi con uno sponsor – la Coca-Cola – e in cui divenne ufficiale la cerimonia, già sperimentata in via ufficiosa in quelle parigine di quattro anni prima, dell’accensione della torcia olimpica. Una staffetta di atleti greci, partendo da Atene, portò il Fuoco di Olimpia nella Venezia del Nord. Atleti ellenici che, per la prima volta nella storia, ebbero l’onore di aprire la passerella rappresentativa durante la cerimonia d’apertura.


Tamagnini


 


 


Questa edizione vide la partecipazione di ben 46 nazioni, tra cui anche la Germania che vi riapparve dopo 16 anni di assenza, mentre si tenne ancora lontana dalla Bandiera coi Cinque Cerchi la Russia Sovietica. URSS che, come risposta alle Olimpiadi “Capitaliste”, indisse le Spartachiadi, che si tennero dal 12 agosto a Mosca.


L’Italia, che per inefficienze organizzative da parte olandese fece alloggiare i suoi atleti su un Piroscafo, finì quinta nel medagliere, conquistando in tutto 19 medaglie: 7 ori, 5 argenti e 7 bronzi. Un risultato che non piacque affatto a Benito Mussolini che, perciò, sollevò dall’incarico di Presidente del Coni, Lando Ferreti, scegliendo come suo successore Augusto Turati.


 


Se, in generale, il Regime non fu contento del bottino di allori olimpici, non poté non esserlo per quello che riportò a casa il Pugilato Italiano. I nostri Boxers, nella classifica della loro disciplina, si piazzarono davanti a tutti con 3 Ori e un Bronzo. Le medaglie del metallo più pregiato se le aggiudicarono quelli che, in seguito, sarebbero stati soprannominati “I Tre Moschettieri di Amsterdam”: Vittorio Tamagnini, Carlo Orlandi e Piero Toscani.


Orlandi


 


 


 


 


 


 


 


 


 


Il civitavecchiese Tamagnini salì sul gradino più alto del podio nei pesi gallo, sconfiggendo in finale lo statunitense John Daley, alle cui spalle si piazzò il sudafricano Harry Isaacs. Nei Leggeri, invece, fu oro grazie al brianzolo Orlandi – famoso anche per essere sordomuto - che s’impose su un altro atleta a Stelle e Striscie, Stephen Haliko. Terzo si classificò lo svedese Gunnar Berggren. L’ultimo oro arrivò grazie alle gesta pugilistiche del medio Piero Toscani, che si sbarazzò dell’ostico pugilatore cecoslovacco, Jan Hermanek. Il Bronzo andò al belga Leonard Steyaert.


Toscani


















Bronzo che fu la quarta e ultima medaglia dell’Italia nel pugilato, targato Olanda 1928. A mettersela al collo fu il milanese Carlo Cavagnoli, che salì sul podio insieme all’ungherese Antal Kocsic (oro) e al francese Armand Apell (argento).


Amsterdam rappresentò un enorme successo per il movimento pugilistico nazionale, soprattutto alla luce degli stentati risultati di Parigi 1924. In quell’edizione, infatti, l’Italia dei guantoni conquistò solo due quarti posti - Rinaldo Castellenghi nei Mosca, e Carlo Saraudi nei Medio-massimi – e un quinto – Bruno Petrarca nei piuma.




Medagliere del Pugilato alla IX Edizione dei Giochi Olimpici – Amsterdam 1928


1 Regno d'Italia 3 0 1 4


2 Argentina 2 2 0 4


3 Paesi Bassi 1 0 1 2


4 Ungheria 1 0 0 1 -  Nuova Zelanda 1 0 0 1


6 Stati Uniti d'America 0 2 1 3


7 Svezia 0 1 1 2


 8 Francia 0 1 0 1 -  Cecoslovacchia 0 1 0 1 -  Germania 0 1 0 1


11 Sudafrica 0 0 1 1  - Canada 0 0 1 1 -  Belgio 0 0 1 1 -  Danimarca 0 0 1 1

25 Febbraio 2012

63° Torneo di Strandja: La Calabrese conquista l'argento

valeria_calabrese_frontaloni_e_marendaSi è conclusa con un argento l'avventura della Nazionale Italiana al 63° Torneo Internazionale Strandja, che si è svolto a Sofia in Bulgaria.


A conquistarlo è stata, nella categoria 51 KG femminile, Valeria Calabrese, che è stata sconfitta nella finale ai punti (5-17) dall'inglese Nikola Adams, vicecampionessa mondiale e campionessa d'Europa in carica.


 


 


 


(Valeria Calabrese tra Cesare Frontaloni, Responsabile Tecnico delle Nazionali Femminili, e Romina Marenda, Pugile nei 60 kg)


L'atleta azzurra non è riuscita a esprimersi ai suoi soliti livelli, a causa soprattutto di una contrattura rimediata nella semifinale di ieri. Continua, comunque, il suo buon momento, iniziato con la vittoria in gennaio nel Torneo Sombor in Serbia.


La_Calabrese_con_la_Adams_2




 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


(Valeria Calabrese con la Nikola Adams)


Domani la comitiva, guidata da Raffaele Bergamasco (Responsabile Tecnico della Nazionale Elitè Maschile) e Cesare Frontaloni (Responsabile Tecnico delle Nazionali Femminili) azzurra farà il suo ritorno a casa.

24 Febbraio 2012

63° Torneo di Strandja: La Calabrese è in finale, domani il match contro l'inglese Adams

Calabrese_con_i_tecnici_Frontaloni_e_BergamascoValeria Calabrese è in finale - categoria 51 kg - nel 63° Torneo Internazionale di Strandja, nella quale affronterà l'inglese Nikola Adams, vicecampionessa mondiale e campionessa d'Europa in carica. L'incontro finale avrà inizio alle 16.30 ora locale.


L'Azzurra in semifinale ha battuto 9-6 ai punti l'azera Alimardanova Anna, alla fine di un match in cui ha dimostrato tutte le sue qualità e del quale ha mantenuto il controllo lungo tutte le quattro riprese.


(Valeria calabrese tra il Responsabile Tecnico della Nazionale Elitè Maschile, Raffaele Bergamasco, e il responsabile Tecnico delle Nazionali Femminili, Cesare Frontaloni)

23 Febbraio 2012

63° Torneo di Strandja: La Calabrese vola in Semifinale, la Marenda si ferma ai quarti

Torneo_StrandjaValeria Calabrese accede alla semifinali del 63° Torneo Internazionale di Strandja, dove domani (ore 18.30 locali, ndr) affronterà l'azera Alimardanova Anna per ottenere il pass per la finale.


La Calabrese nei 54 kg, infatti, ha avuto la meglio - 11-7 ai punti- sull'atleta di casa Asenova Sevda, alla fine di un match in cui è stata in vantaggio per tutti e quattro i round.


Niente da fare, invece, per Romina Marenda, che nei 60 kg ha perso contro la cinese Liu Chang per 17-7. Un incontro equilibrato, in cui però è prevalsa la maggiore mobilità della Chang.

23 Febbraio 2012

63° Torneo di Strandja, salgono in cattedra le donne, sul ring la Marenda e la Calabrese

Torneo_StrandjaDopo gli incontri di ieri che hanno visto protagonisti gli uomini, saranno oggi le donne a fare il loro esordio al 63° Torneo Internazionale di Strandja.


Per quanto riguarda l'Italia, saranno due le atlete impegnate nei quarti di finale: nei 51 kg Valeria Calabrese e nei 60 kg Romina Marenda.


La Calabrese se la vedrà con l'Asenova, pugile di casa che, quindi, avrà dalla sua il fattore campo, mentre la Marenda incrocerà i guantoni con la cinese Liu Chang. I match avranno inizio alle 18.30 locali.

22 Febbraio 2012

63° Torneo di Strandja, oggi scattano gli ottavi maschili impegnati Cappai, Creati e Capuano

Torneo_StrandjaInizia oggi, con due sessioni giornaliere, il 63° Torneo Internazionale di Strandja a Sofia, che durerà fino al 26 febbraio giorno delle Finali.


Alla Kermesse parteciperanno 24 Nazioni: Bulgaria, Russia, Cuba, Rep.Ceka, Macedonia, Brasile, Svezia, Georgia, Spagna, Svizzera, Germania, Armenia, Francia, Korea, Ucraina, Olanda, Azerbajan, Uzbekistan, Kazakistan, Cina, Turchia, Gran Bretagna, Grecia e Italia. Gli atleti saranno 149 atleti, di cui 116 uomini, e 33 donne nelle 3 categorie olimpiche.


La nostra rappresentativa, guidata dal Raffaele Bergamasco, Responsabile Tecnico della Nazionale elitè, e da Cesare Frontaloni, Responsabile Tecnico Nazionali Femminili, è composta da cinque pugili in totale, di cui tre uomini (49 kg Cappai Manuel, 69 Creati Danilo, 75 Capuano Luca) e due donne (51 Calabrese Valeria, 60 Marenda Romina).


Quest'oggi (inizio ore 15) a salire sul ring saranno solo gli uomini per gli ottavi di finale, mentre le ragazze si infileranno i guantoni solo nella giornata di domani.


Nei 49 kg Manuel Cappai sarà impegnato contro l'armeno Danielyan Hovhannes, mentre nei 69 kg Danilo Creati se la vedrà con il turco Kadirkoroglu Abdul. Nella categoria dei 75 kg, infine, Luca Capuano sfiderà il bulgaro Hristov Hristo.


Presente anche l'arbitro Sebastiano Sapuppo, che dirigerà alcuni match in programma.

20 Febbraio 2012

Pugilato e Olimpiadi, una storia da raccontare: Anversa 1920, Garzena è bronzo

Olimpiadi2Iniziamo con quest’articolo il nostro viaggio attraverso le edizioni dei Giochi Olimpici, nelle quali i pugili tricolori sono andati a medaglia. Sarà un itinerario particolare perché sarà un mix tra la Storia del Pugilato Italiano alle Olimpiadi e la Storia vera e propria. Oltre a narrare le gesta dei "nostri" nei vari agoni a cinque cerchi dell’era moderna, apriremo una piccola finestra su ciò che è accaduto in Italia e nel Mondo nelle annate olimpiche. In questo primo articolo parleremo della prima Olimpiadi in cui un nostro pugile ha vinto una medaglia: Anversa 1920.


La storia del pugilato alle Olimpiadi moderne, visto che in quelle antiche è stato presente fin dalla XII edizione dei Giochi Olimpici Antichi nel 688 ac (Primo medagliato fu un certo Onomasto di Smirne), inizia negli Stati Uniti d’America, precisamente a Saint Louis, nel 1904. Quella prima volta fu dominata dai padroni, che vinsero tutte le medaglie in tutte le categorie presenti nel programma olimpico. I pugili statunitensi si misero al collo 7 ori, 7 argenti e 5 bronzi, non lasciando neanche le briciole agli atleti degli altri paesi partecipanti.


Nel 1908 le Olimpiadi tornarono nel Vecchio Continente. Stavolta, dopo le prime due edizioni “europee” tenutesi ad Atene e Parigi, fu la volta di Londra nel ruolo di città ospitante. Per quel che riguarda la Noble Art, a farla da padrone fu la Gran Bretagna, che, eccezion fatta per l’argento di Reginald Baker atleta australasiano (in quel periodo Nuova Zelanda e Australia – ancor non indipendenti – avevano un squadra comune: L’Austrlasia, ndr), sbaragliò la concorrenza. I Boxers di Sua Maestà andarono a occupare tutti i tre gradini del podio in tutte le categorie, chiudendo i Giochi con questo bottino: 5 ori, 4 argenti e 5 bronzi.


Anversa__1920


Dopo non essere stato presente nell’edizione del 1912 a Stoccolma e l’annullamento di quella berlinese del 1916, causa 1° Guerra Mondiale, la Boxe ritornò sul ring per i 7° Giochi Olimpici, che ebbero luogo ad Anversa nel 1920. Gli echi della Grande Guerra erano ancora presenti nei cuori e nelle orecchie della gente, anche se andavano lentamente stemperandosi. Il 1920, infatti, fu l’anno della chiusura dei lavori della Conferenza di pace di Versailles con la firma in calce sui trattati da parte dei vincitori e dei vinti. A Ginevra si aprirono i lavori della Società delle Nazioni, prima ente intergovernativo che, nelle idee del suo ispiratore Woodrow Wilson, avrebbe dovuto impedire – senza poi riuscirci – altri devastanti conflitti come quello del 1914-18. Proprio Wilson  finì il suo mandato come Presidente degli Stati Uniti, al suo posto si insediò il repubblicano W. G. Harding. Per quel che riguarda, invece, l’Italia, il 1920 fu l’apice del Biennio Rosso, ovvero quei due anni – comuni a tutta l’Europa e che in Italia segnarono la fine del sistema liberale – in cui ci furono scioperi e agitazioni da parte delle classe operari che rivendicavano aumenti salariali e giornata lavorativa di 8 ore, ispirandosi in parte al modello della Rivoluzione d’Ottobre.


In tutto questo marasma di avvenimenti politici e non solo, si tennero in Belgio, dopo lo stop bellico, le Olimpiadi.  Anche tra le Fiandre e il Mar del Nord furono i guantoni di matrice anglosassone a dominare la scena. Furono 116 pugili partecipanti, provenienti da 11 nazioni, e le categorie di peso, a differenza delle precedenti edizioni, salirono a 8.




Edoardo_Garzena


 Per la prima volta andarono a medaglia anche dei pugili dall’idioma non propriamente anglofono, tra cui il nostro Edoardo Garzena (Torino 1900 – Torino 1982), che così regalò la prima storica medaglia al pugilato italiano. Garzena andò i Belgio assieme ad altri 4 pugili, che però finirono la loro avventura olimpica al 1° turno, mentre lui arrivò al bronzo nei Pesi Piuma, alle spalle dei francesi Paul Fritsch (oro) e Jean Cachet (argento).


Dopo quella medaglia, Garzena passò al professionismo, arrivando a sfiorare il titolo europeo. Finita la carriera si dedicò, anima e corpo, all’insegnamento dell’arte pugilistica, fondando negli anni venti l’Accademia Pugilistica Gallaraterse e nel 1946 l’Accademia Pugilistica Torinese, ora conosciuta come Boxing Club Torino.


 


 


 


 


 


 


 


 


Di seguito il medagliere della Boxe ai VII Giochi Olimpici – Anversa 1920


1 Stati Uniti d'America 3 0 1  


2 Regno Unito 2 1 3


3 Canada 1 2 2


4 Francia 1 1 1


5 Sudafrica 1 0 0


6 Danimarca 0 3 0


7 Norvegia 0 1 0


8 Regno d'Italia 0 0 1


Totale 24 medaglie (8 8 8)

16 Febbraio 2012

IBT Nazionali Giovanili: Maurizio Stecca lavora sul presente, pensando al futuro

Stecca2Il mio compito è molto delicato, perché devo formare i ragazzi affinché siano pronti per il passaggio nella Elité.” E’ un lavoro molto  difficile e appassionante quello di Maurizio Stecca, Responsabile Tecnico della Nazionale Schoolboys/Junior/Youth, perché deve tenere agire su un doppio binario: il presente e il futuro. Nel senso che deve scegliere i migliori giovani in giro per l’Italia pugilistica e iniziare con loro un percorso verso la Nazionale Maggiore.


Il 2012 delle Nazionali giovanili, dopo tre ritiri collegiali, ha visto gli Junior e gli Youth salire sul ring per la prima volta in un Dual-Match in Polonia, nel quale hanno perso di misura, disputando però degli ottimi incontri.  Logico, quindi, fare un mini bilancio con Maurizio Stecca, tenendo lo sguardo, però, fisso anche verso il futuro.


Maurizio, dopo questo primo mese e mezzo di lavoro e il primo impegno agonistico, qual è il tuo giudizio del lavoro fin qui svolto?


Ottimo. I ragazzi si sono allenati molto bene e sono rimasto molto soddisfatto anche delle loro prestazioni in Polonia. Oltretutto, questo primo Dual Match è servito anche per staccare dalla ripetitività delle giornate di training. Erano, infatti, molto vogliosi di salire sul ring e combattere. Gli incontri, e in generale i tornei, sono fondamentali perché danno la possibilità ai ragazzi sia di scaricarsi mentalmente, dopo il lungo lavoro in palestra, che di mettere in pratica ciò che hanno appreso durante gli allenamenti.


 


Quali sono i prossimi impegni che aspettano i tuoi pugili?


Prossimamente ci sarà un vero e proprio torneo, per la categoria Youth, in Lituania (marzo, ndr), che sarà preceduto da uno stage d’allenamento che faremo con la Nazionale Algerina a fine febbraio presso il Centro Tecnico di Assisi. Quest’anno sarà contrassegnato da tre grandi avvenimenti internazionali: Gli europei Junior, quelli Schoolboys e i Mondiali Youth. Quelli sono gli obiettivi principali, per quel che riguarda il nostro 2012.


 


Risultati a parte, il tuo compito è consegnare gli atleti alla Nazionale maggiore. Un lavoro molto delicato e complesso di selezione e non solo.


Si, è vero è un lavoro molto delicato. La fascia di età, con cui mi trovo a operare, va dai 14 ai 18 (Le categorie al momento sono: Youth 1994/95; Junior 1996/97; Schoolboys 1998, ndr) anni, in pratica quella del passaggio dalla pubertà alla prima età adulta. Un periodo molto complesso per i ragazzi, perché è quello in cui si formano anche caratterialmente. Bisogna essere in grado, quindi, di formare il pugile sotto tutti i punti di vista – tecnico, fisico e tattico – tenendo anche presente le esigenze di un ragazzo che sta uscendo dall’adolescenza.


 


Nel 2014 ci saranno le Olimpiadi giovanili a Nanchino, che saranno il trampolino di lancio verso Rio 2016. Stai già programmando il lavoro per quell’appuntamento?


Nel 2010 a Singapore ci siamo tolti una bella soddisfazione con l’argento conquistato da Turchi. Certo, le Olimpiadi giovanili sono uno step molto importanti verso quelle degli adulti, ed è logico che ci si pensi. Se non sbaglio, saranno gli attuali Schoolboys a essere chiamati in causa per il 2014. Olimpiadi giovanili a parte, per il 2016 c’è ancora molto tempo davanti a noi.

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