Terry Gordini argento mondiale: "Orgogliosa di aver portato l'Italia sul podio"

 


AIBA_WOMEN_WORLD_CHINA_2012_11L’AIBA WOMEN’S WORLD CHAMPIONSHIP 2012 ha portato in dote al’Italia una medaglia, che le mancava dall’edizione di Podolsk in Russia del 2005. Allora a mettersela al collo fu Simona Galassi, che conquistò l’oro. Stavolta a farlo è stata una sua conterranea, nonché amica e collega d’allenamenti: Terry Gordini.


(La Grinta della Gordini in un incontro degli ultimi Mondiali)


 


Quella dell’atleta emiliana, sul ring dell’Olympic Stadium di Qinhuangdho, è stata una cavalcata fantastica, che le ha consentito di riportare a Ravenna, la sua città, un argento. Certo, come lei stessa confessa nell’intervista rilasciataci, c’è del rammarico perché l’oro era a un passo, ma questo non deve affatto sminuire l’impresa della Gordini. Dalle sue parole traspare la gioia per il traguardo raggiunto, il rammarico per ciò che sarebbe potuto essere, l’orgoglio di aver portato in alto il nome dell’Italia, la gratitudine per chi l’ha aiutata e la speranza che il futuro possa metterla di fronte altre sfide affascinanti come quella cinese.


Prima e scontata domanda: come ci si sente dopo essersi messa al collo un argento Mondiale?


E’ una grande gioia sono felicissima ovviamente da un lato, ma potrei dire solo al 50%, perché , arrivata lì, sarebbe bastato poco di più per raggiungere proprio la vetta del mondo, e coronare il mio sogno di atleta al 100% “senza se e senza ma….”. Mi sarei così ripagata completamente tutti i sacrifici fatti e avrei dato una grande soddisfazione anche a tutti coloro che mi sono stati accanto in questo mio percorso.


Io sono fatta così da un lato non mi accontento, do il massimo per ottenere il massimo. Quando non ci riesco penso subito a come lavorare per rimettere a punto di nuovo tutto, fare il tagliando per migliorare, perfezionare, colmare lacune di qualsiasi ordine e misura.






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(Il momento del giusto premio per la straordinaria impresa di Terry Gordini: la premiazione)




Dal 2005, l’anno dell’oro della Galassi a Podolsk, l’Italia non conquistava una medaglia iridata nella boxe femminile. Lo sapevi  e che effetto ti fa l’essere entrata nella storia della boxe tricolore?


La prima soddisfazione è aver rappresentato il proprio paese nel modo migliore che ho potuto ed essere riuscita a portare il tricolore sul podio. Sapevo della Galassi perché, oltre a essere una sua fan, ci alleniamo anche insieme e quindi conosco bene la sua storia di atleta. Inoltre, ho sempre seguito la boxe in generale e la boxe femminile anche prima di iniziare a praticarla. Si può dire che sono praticamente nata dentro il ring. Ovviamente essere entrata nella storia del pugilato femminile mi regala un’emozione immensa, bellissima, fortissima, indescrivibile ed impagabile. Soprattutto se penso a quando proprio da bordo ring o dalla tv seguivo le imprese di pugili fantastici come la Galassi, Cammarelle, Valentino, Russo, Picardi, e tanti altri che mi facevano emozionare e sognare un giorno di essere al loro posto. Di certo non mi sento al loro livello, ma il mio primo passettino sono riuscita a farlo. Sapere che il mio nome, in qualche modo, rimarrà nella storia della boxe italiana mi riempie d’orgoglio.


Noi abbiamo provato a raccontare al meglio il tuo Mondiale. Ora vorremmo sentire la tua, cominciando dal primo match con la Puurnunen. 14-10 per te: forse avresti meritato un margine più ampio, non credi?


Penso di sì. In realtà non abbiamo capito bene il modo di dirigere gli incontri dei referee in questo torneo. Sicuramente, ci è subito balzato agli occhi come fosse decisiva la prima ripresa per capire come sarà l’arbitraggio e il metro di assegnazione punti dei giudici. La cosa più importante, comunque, è vincere e passare il turno per me a qualsiasi costo. Il primo match, da un lato, è il più complicato perché devi rompere il ghiaccio con l’ambiente e quindi psicologicamente ed emotivamente può essere pesante come una finale. Se vinci quello e combatti bene, le cose cominciano a filare nel modo giusto anche per il resto del torneo.


In questa occasione il prof. Scioti da buon motivatore ci ha fatto scrivere (sottintende lei, la Calabrese e la Marenda, ndr) in un bigliettino 3 sostantivi che, chiudendo gli occhi, ci venivano in mente, pensando al nostro incontro. Devo dire che per me si è  rivelata una cosa utilissima, perché mi ha aiutata a focalizzare la mia attenzione su me stessa, sull’avversaria e su quello che avrei dovuto fare nel match.




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(Terry Gordini, con la medaglia al collo, insieme al Responsabile Tecnico della Nazionale Femminile, Cesare Frontaloni)




Superato l’ostacolo scandinavo, ti sei trovata davanti un bronzo mondiale: la Nemedi Varga. Anche questo un match senza storia, come dimostra il nervosismo della tua avversaria, squalificata alla quarta ripresa. Che incontro è stato?


Essendo bronzo di categoria un po’ la temevo. Per fortuna, avevo già combattuto, a livello di club e sotto la guida di papà (il tecnico Meo Gordini, ndr) con diverse ungheresi, cosa che mi ha consentito di apprendere il loro stile. Anche se non l’avessero squalificata, avrei vinto lo stesso, visto che ero in netto vantaggio. È valsa la pena, quindi, prendersi un po’ di testate nello stomaco.


Da un bronzo a un altro: la filippina Aparri. Forse il match più complicato ma che ti ha regalato la certezza del bronzo.


Sì, difficile perché la filippina era abbastanza imprevedibile ed anche lei aveva questi colpi circolari a mezza altezza. Rivedendo, il giorno dopo, il video, la parità non ci è sembrata del tutto onesta. Quindi, la preferenza a mio favore è stata giusta, non solo perché avevo tirato più colpi, ma anche per il modo in cui ho “dominato” l’intero incontro.


Passare questo turno ovviamente è stato come togliermi un macigno dallo stomaco. Il pensiero di essere sul podio ti rende più leggero e per me è stata una gioia grandissima. Alla fine dell’incontro con la Aparri, infatti, ho assalito all’angolo il Maestro Frontaloni e Scioti ed ho iniziato a baciarli ed abbracciarli.


 


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(Tutto il team azzurro in giro per Qinhuangdho)




L’americana Cruz è stata il tuo ultimo ostacolo prima della finalissima. Esame d’inglese superato alla grande. Quali sono state le tue sensazioni al momento della vittoria?


Sensazioni indescrivibili, senza dubbio. Ho chiamato mio padre e mio marito al telefono e tutti piangevano per l’immensa gioia. Ero come inebetita, chiedevo a chi era vicino di darmi uno schiaffo per essere certa che non stessi dormendo e che fosse tutto un sogno. Ero anche carica e, a quel punto, non vedevo l’ora che fosse il pomeriggio successivo. Ero in ballo e, quindi, volevo finire di ballare.


Nella finalissima contro la russa Kuleshova c’è stata una sostanziale parità, ma alla fine ha vinto lei. C’è del rammarico per non aver conquistato l’oro oppure ti ritiene soddisfatta del risultato ottenuto?


Posso dire che ho combattuto alla pari con lei. Di certo, non ci sono stati 6 punti di differenza tra noi. Nel finale ho cercato di recuperare, ma difficilmente i giudici ribaltato il risultato delle prime tre alla quarta. Credo, comunque, che alla russa non siano state fatte pesare delle chiare scorrettezze nei miei confronti. Un richiamo ufficiale, nelle prime tre riprese, l’avrebbe messa in difficoltà. Ad essere sincera, ammetto che dei 5 incontri, l’ultimo è stato quello, purtroppo dove ho boxato in maniera meno brillante. Per quanto, infatti,  mi sentissi bene fisicamente, sentivo di avere le gambe un po’ più stanche e pesanti, cosa che mi ha impedito di sfruttare le mie doti. Era la prima volta che sostenevo 5 incontri in 6 giorni, per di più io ero l’unica a non aver quasi fatto attività e tornei prima di quello mondiale. Avevo partecipato solo a quello di Sombor in Serbia e al massimo si era trattato di 3 incontri per arrivare in finale. Un pizzico di rammarico non può non esserci, spero solo di avere l’occasione di riprovarci e di rifarmi.




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(Il Team Azzurro poco prima delle Cerimonia inaugurale)




A livello sportivo, dopo un risultato del genere, quali sono le mete e gli obiettivi di Terry Gordini?


Vorrei avere già un programma ed un impegno per domani. Spero di tornare sul ring al più presto , anche in prospettiva dei campionati d’Italia a settembre. Credo che quest’estate lavorerò molto a livello di club e, spero, anche con la Nazionale. Nel futuro spero di poter rappresentare il mio paese al meglio in quante più manifestazioni possibili: Un altro Mondiale non sarebbe male. Match dopo match la gioia di salire sul ring e di boxare  aumenta sempre di più. La mia speranza è che il meglio debba ancora venire. Pur avendo solo 14 match sul mio libretto AIBA, sono vicecampionessa mondiale. Mi vien da pensare che se avessi iniziato prima, avrei al collo qualche alloro in più. Visto il risultato, è un peccato non poter andare a Londra, sarebbe per me un sogno rappresentare l’Italia alle Olimpiadi: le prime con la Boxe al femminile. Sarebbe anche il giusto premio per la nostra federazione, che tanto si è battuta per l’ammissione del pugilato femminile ai Giochi Olimpici. Che bello se l’AIBA desse le famose wild Card alle atlete di un categoria vicina a quelle olimpiche. Sognare non costa nulla.


 Lo sport nella tua famiglia è pane quotidiano. Tuo padre, infatti, è un grande Maestro di Pugilato e tuo Nonno (o bisnonno se non erro) è stato un ottimo ciclista, che sfiorò l’impresa in un Tour del 1927. Cosa significano e hanno significato per te due esempi di questo genere?


Essere cresciuta in una famiglia così  mi ha  dato certamente tantissimo a livello di culto per lo sport. Posso definirmi quasi un’adepta della religione sportiva. Mio padre, ovviamente, mi ha fornito le fondamenta, le basi solide dell’atleta che sono. Credo che il mio modo di boxare rispecchi completamente la sua scuola, ma mi ha insegnato anche quasi tutto il resto. E’ stato lui a narrarmi le gesta di mio nonno da ciclista, che non ho mai conosciuto perché morto prima che nascessi. Papà mi ha indicato il percorso da seguire come persona, in primis, e, secondo poi, come boxer. Grazie a lui, so cosa vuol dire: costanza, metodo nell’allenamento, serietà, dedizione, volontà, grinta, a continua voglia di migliorarsi ed evolversi, lo spirito di sacrificio, la sopportazione della fatica, l’entusiasmo, la concentrazione, la preparazione atletica.


Comunque si può dire che le mie “favole della buonanotte” da bimba sono state le imprese dei più grandi atleti nella storia dello sport. La stessa cosa vale per mio Fratello, pugile anche lui e più bravo della sottoscritta. Se non si fosse infortunato, avrebbe fatto parlare di lui.




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(Terry Gordini in azione sul ring dell’Olympic Stadium di Qinhuangdho)




Chi ti senti di ringraziare per questo tuo successo?


Meo Gordini, mio papà, in primis. Il motivo è in tutto quello che ho detto prima. Dopo di lui,  il maestro Frontaloni per le ore spese con me in allenamento, per i mille consigli che mi ha dato e per la fiducia accordatami. Non da meno mio marito Cristian perché è una persona meravigliosa e perché mi è sempre stato vicino, soprattutto nei momenti di difficoltà, nei quali è stato pronto a tirarmi su di morale e ridarmi energia. Ci sono, inoltre,  mia madre, mio fratello Luca, tutta la mia famiglia, gli amici, e lo staff della mia palestra, che mi sono stati sempre affianco e mi hanno sostenuto con tutte le forze.  Non posso esimermi dal ringraziare la FPI, nella persona del Presidente Franco Falcinelli, per avermi dato i mezzi per allenarmi, gli atleti della Nazionale Elite Maschile e quelli youth, i tecnici del CTF, i fisioterapisti – Morbidini e Giulietti . Grazie anche a Simona Galassi, allenarmi con lei ha significato crescere moltissimo come pugile.


Un grazie particolare  va  al team che mi ha accompagnato in questi giorni in Cina: il Maestro Frontaloni, il prof. Scioti, il fisioterapista Stefano Tortorella, il Dott. Macchiarola e le mie due compagne d’avventura Valeria Calabrese e Romina Marenda, con cui ho diviso tanti ritiri e che, durante il Mondiale, sono state le mie prime tifose.


 


(Intervista a cura dell'Ufficio Comunicazione e Marketing FPI)


 


VIDEO PROMO AIBA Women’s World Boxing Championships 2012


http://www.youtube.com/watch?v=xuRDXb_GLAQ








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