La scomparsa di Enrico Simoni a Mestre

enricoMestre 21/01/2016

E' morto oggi, alle 5,30 del mattino, a 73 anni, nella sua casa della Gazzera a Mestre, il Maestro di Pugilato Enrico Simoni, assistito amorevolmente dalla moglie Daniela e dalle figlie Valentina e Nicoletta.

Il maestro, è stato un pugile di punta assieme a Francesco De Piccoli, di cui era anche un grande amico, e di tanti altri, di quella grande fucina di pugili dell'Union Boxe Mestre, a cavallo degli anni '50 e '60, allora allenata dal Maestro Tony Caneo, vincendo titoli e medaglie nazionali ed europee tra i dilettanti e, continuando poi tra i professionisti.

Appeso i guantoni, sostituì la direzione Tecnica della società, allenando i giovani pugili, tra cui l'attuale Tecnico della società Adriano Favaro, diventandone il suo Mentore. Alla fine degli anni'80, rilevò la società e la gestì, assieme alle figlie. A lui vanno riconosciuti i meriti di aver portato per anni a Mestre il “Torneo Italia”, che si disputava al Tagliercio di Bissuola, e tutta quella attività giovanile fatta per le piazze di Mestre; tutto questo, fino al 2011, quando decise di ritirarsi, non prima di assicurarsi che la società cadesse in buone mani e così, la cede al suo Tecnico di fiducia e a suo fratello Luciano.

Con la sua scomparsa, se ne va' un'altro pezzo di storia della Union Boxe Mestre, e di quei fantastici anni, che con i suoi pugili vinceva tutto quello che c'era da vincere. Ma la storia continuerà anche in sua memoria.

Enrico, come tutti i pugili dell'epoca, il suo accostamento al pugilato è stato rocambolesco e romantico, Infatti a tredici anni, si presentò in palestra alla Reyer di Venezia, raccontando al padre, che non ne voleva sapere, che andava a danza!   Al Maestro di allora, chiese di fare la boxe, ma lui, vedendolo così giovane e gracile, lo mise per alcune settimane a fare “lo sguattero” di palestra. Però, aveva fatto male i conti, Enrico Simoni veniva da uno dei sestieri(quartieri) più malfamati di Venezia: Castello, dove la boxe si praticava per strada, dove le navi americane attraccavano in Riva Sette Martiri, e i ”pugni” erano il pane quotidiano dei ragazzi del posto e delle osterie frequentate dai marinai.

Il Maestro se ne accorse e lo mise alla prova. Dal suo primo incontro, vinto per KO, ne seguirono altri 66, gran parte tutti vinti. Chiusa la gloriosa Reyer, si trasferì a Mestre, alla Union Boxe Mestre, e da lì iniziò la sua carriera dilettantistica e professionistica. Partecipò alle selezioni pre-olimpiche di Trieste del 58 e quelle di Livorno nel 64. Nel '66 passò al professionismo, disputò 16 incontri molti dei quali vinti, finché dopo un brutto infortunio alla spalla sinistra e all'incontro con Mario Lamagna, già incontrato in precedenza e sua “bestia nera”, nel 1968, decise di smette ancor prima della sconfitta subita.

Alla famiglia un abbraccio affettuoso di tutta la società, pugili e tecnici che l'hanno avuto come insegnante e amico. Ciao Enrico, grazie. E come ci diceva Lui all'angolo, per farci coraggio...dai, dai bocia ghe agavemo fatta....

 

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