“Sono arrivato tardi e vado via presto” così ci ha salutato Carlo mentre eravamo riuniti in Consiglio Federale Lunedì pomeriggio.
Ricordare Carlo come amico, padre di famiglia, dirigente, sportivo e politico, è difficile perché non esistono sufficienti parole.
Un suo connotato è stato l’eclettismo storico-letterario.
Possedeva rari strumenti di analisi che gli consentirono di arrivare alla sostanza dei fatti, mantenendo un piglio simpatico nella descrizione del perché fossero accaduti. Il suo cuore batteva per un “socialismo umanitario” e la sua mente pensante, conoscente e giudicante individuava strategie di riforme moderate ma rigorose.
Le sue battaglie non erano indirizzate contro gli avversari, ma contro il mal costume, le brutte abitudini, e si risolvevano attraverso il “dialogo tollerante”. Ci ha lasciato esempi del suo comportamento determinato e coerente con le sue dotte citazioni di aforismi che ci recitava in latino.
Negli anni ‘80 mi reputavo “più a sinistra” di lui e le nostre posizioni aprivano un confronto dialettico e democratico.
Con Carlo si concludeva il gioco delle analisi e delle critiche non per ottenere ragione, ma per imparare dagli altri e soprattutto dagli eventi che scaturiscano dai grandi movimenti compiuti da qualsiasi espressione della volontà umana.
Ci ha lasciato, oltre al “patrimonio morale”, il prodotto della sua narrativa: alcuni godibili romanzi per adulti animati da personaggi che compongono storie in “noir”. Lo appellavo come il M. V. Montalban umbro.
Carlo continua ad intervenire dove ti trovi, dì la tua, consegna le tue pagine di cultura della vita.
Buon viaggio
Massimo Scioti