e HIT Expert presso lo Sport Science Lab di Roma nel 2017 (recupero funzionale). Sono convinto che le vittorie sul ring siano il risultato della corretta preparazione atletica e pugilistica. La genetica è importante, ma se avessi dovuto contare solo su quella non sarei diventato campione d’Italia né da dilettante né da professionista (al massimo sarei diventato campione condominiale). Invece, da dilettante ho vinto il titolo italiano in tutte le categorie: schoolboys, cadetti (che ora si chiamano junior), youth ed elite. Merito della mia preparazione e di chi mi ha insegnato la tecnica pugilistica.”
Quanto ti alleni?
“Vivo in palestra e quindi mi alleno sempre. Nel mio studio curo la preparazione atletica, tre volte alla settimana per due ore ogni volta. Per la parte pugilistica, il mio attuale maestro è Alessio Taverniti con il quale mi alleno alla palestra Testudo di Cernusco Sul Naviglio, alle porte di Milano. Ogni sessione dura due o tre ore, cinque volte alla settimana. Per lo sparring vado a Milano alla Opi Gym di Alessandro Cherchi, dove ci sono tanti pugili professionisti. Sono sempre in movimento. Abito a Bergamo, lavoro a Brembate di Sopra, mi alleno a Cernusco Sul Naviglio e Milano.”
Da professionista, quale avversario hai trovato particolarmente ostico?
“L’ultimo, l’armeno Igor Faniian che ho superato ai punti sulle sei riprese l’8 dicembre scorso a Montichiari. Igor ha fatto fare brutta figura a pugili quotati come Jose Del Rio ed Ahmed El Mousaoui proprio perché è difficile da inquadrare. Sono ambidestro, sia nel pugilato che nella vita. Ho provato a confondere Igor cambiando guardia ed ho notato che sembrava più in difficoltà quando ero in guardia normale che quando ero in guardia destra. Igor ha anche un discreto pugno. Quella sera sono stato più in difficoltà che in tutti i miei precedenti incontri professionistici. Dicendo questo, non voglio sminuire gli altri miei avversari.”
Fra i campioni del presente e del passato, hai uno o più idoli?
“Roy Jones e Felix Trinidad. Ho guardato tutti i loro match più importanti e li considero i campioni più spettacolari in assoluto. Trinidad era un tecnico, ma se c’era da fare la guerra la faceva con chiunque. Contro Oscar De La Hoya ha fatto un match straordinario e secondo me ha meritato la vittoria. Roy Jones era un talento cristallino. Mi piaceva anche Miguel Angelo Cotto, ma non lo considero un esempio da seguire perché prendeva troppi pugni. Infatti, quando ha cambiato allenatore ha mutato anche il suo stile di combattimento. Freddie Roach gli ha insegnato a muoversi di più, a difendersi, a non farsi colpire, tutte cose che Cotto non faceva: lui si metteva davanti all’avversario e scambiava pugni con l’obiettivo di portarne a segno uno in più e magari vincere prima del limite. Portare a segno 100 pugni e riceverne 99 potrà servire a vincere, ma è rischioso per la salute. Non si può combattere sempre a quel modo. Condivido quel che diceva Vitali Klitschko: la boxe non è una guerra, ma una partita a scacchi. Secondo me, un pugile deve studiare la tattica utile per vincere incassando il minor numero possibile di pugni. Facendo un paragone con due campioni del passato, mi sento più simile a Patrizio Oliva che ad Arturo Gatti.”
Concludiamo con una domanda personale: hai una compagna?
“Convivo con Ilaria, è lei il motivo per cui mi sono trasferito a Bergamo. Ho conosciuto Ilaria quando lavorava all’Italia Thunder, la squadra con cui ho disputato una stagione nelle World Series of Boxing. Gli allenatori della squadra erano Raffaele Bergamasco e Maurizio Stecca. Ho fatto due match, a Porto Torres e Barletta. Li ho persi entrambi, ma almeno sul secondo verdetto non sono d’accordo. Diedero la vittoria al mio avversario, per un solo punto. Era un irlandese che avevo già affrontato. Ho fatto un grande match e sono convinto di averlo vinto. L’esperienza nelle WSB mi ha fatto capire che il professionismo sarebbe stato meglio per me. Nelle WSB gli incontri erano sulle tre riprese ed io rendo di più sulla lunga distanza.”
I biglietti per la manifestazione dell’8 marzo, al Superstudio Più, in Via Tortona 27 a Milano, sono in vendita su TicketOne.it. I prezzi (prevendita inclusa) sono 55 Euro per il bordo ring, 39 Euro per il parterre e 28 Euro per la platea. I biglietti sono in vendita anche alla Opi Gym in Corso di Porta Romana 116/A a Milano, telefono 02-89452029. Tre i combattimenti titolati: Daniele Scardina (15-0 con 14 vittorie prima del limite) ed il finlandese Henri Kekalianen (11-5) combatteranno per il vacante titolo internazionale dei pesi supermedi IBF. Maxim Prodan (15-0 con 14 ko) sfiderà il belga Steve Jamoye (25-6-2) per il vacante titolo internazionale dei pesi welter IBF. L’ex campionessa del mondo dei pesi supergallo IBO Vissia Trovato (12- 1) affronterà la messicana Erika Cruz Hernandez (9-1) per il vacante titolo silver dei pesi piuma WBC.