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Addio a Giuseppe D’Ambrosi, padre del presidente FPI

Screen Shot 2023 12 24 at 13.02.18Il mondo della boxe italiana si stringe attorno al Presidente FPI, Flavio D’Ambrosi, colpito dall’immenso dolore della perdita dell’adorato Papà Giuseppe, grande uomo e Maestro di Pugilato.

Le esequie del Maestro Giuseppe D'Ambrosi avranno luogo il prossimo 26/12 (H 11) nella Chiesa di Santa Maria del Carmelo, sita a Roma in Piazza Beata Vergine del Carmelo n° 10.

 

Di seguito il ricordo del giornalista Alfredo Bruno

"La boxe è in lutto per la scomparsa di Giuseppe D’Ambrosi, 84 anni, padre di Flavio D’Ambrosi attuale presidente FPI. E’ stato per lungo tempo un “pilastro” della boxe laziale soprattutto come dirigente del Comitato e per avere fondato la Boxe Colonna. Con Giuseppe, anzi con “Peppe”, il Lazio, come regione, ebbe la sua rinascita con l’avvento alla presidenza dell’on. Mario Gargano, che successe al ventennio di Edmondo Romanini. La boxe laziale trovò la strada di una modernizzazione di idee che andava a braccetto con la tradizione di una Regione che aveva sfornato fior fiore di campioni. Fu in questo periodo che conobbi “Peppe”, insostituibile tuttofare e uomo di fiducia del Presidente. Fu quello un Comitato molto intraprendente dal punto di vista organizzativo e promotore di iniziative rivolte soprattutto verso le novità. D’Ambrosi da parte sua fondò la società Colonna nel 1993, di cui fu il primo presidente. La società apriva “le porte” alla boxe dei Castelli, vasto hinterland romano pieno di idee e soprattutto accogliente. Fece subito presa organizzando per molti anni riunioni quasi a getto continuo con il beneplacito della vicina Parrocchia, che ne aveva compreso il valore educativo verso i giovani. A Colonna fece i primi passi Michael Magnesi e per lungo tempo si allenarono i fratelli Ciarlante. Giuseppe accoglieva quasi sempre senza batter ciglio le proposte del Consiglio Regionale. Con lui ho fatto molti viaggi in macchina per andare nelle zone più lontane, e ho sempre in mente una giornata di nebbia quando eravamo diretti in un paese della Ciociaria, ad un certo punto abbiamo preso una curva con scarsa visione, che era più stretta del previsto. Mi rimase in mente e lo è ancora la freddezza con cui manovrò sterzo e freni, fu fatto tutto al millimetro e quando ne uscimmo trassi un sospiro di sollievo, d’altronde conoscevo bene la sua bravura come autista. Ci sarebbero da raccontare molti episodi, perché la sua vita era dedicata alla famiglia e alla boxe. Fino a pochi anni fa ogni giorno faceva il tragitto da abitazione alla palestra senza mai mancare, per controllare che tutto funzionasse e soprattutto per dare accoglienza a molti professionisti, che volevano allenarsi nella Società. Poi inesorabilmente l’età con i suoi “acciacchi” prendeva man mano il sopravvento anche con un uomo come lui che aveva sempre lottato." 

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