La boxe laziale in lutto per la scomparsa di Marco Dell’Uomo

La boxe laziale in lutto per la scomparsa di Marco Dell’Uomo

Marco Dell’Uomo, 56 anni, è stato trovato morto nella sua casa. Appare come una notizia di cronaca, ma non è così perché Marco era molto conosciuto nell’ambiente pugilistico laziale. Nato nelle società di periferia nella zona di Tor Bella Monaca e Alessandrino. Si è messo subito in luce, fine anni ’80 e anni ’90 per il suo modo di combattere fatto di coraggio e resistenza, come armi principali, e imporre la sua boxe dalla corta e media distanza con i suoi ganci che lasciavano il segno. Gli incontri erano intensi, non era facile trovargli avversari disposti ad un sacrificio di tre round contro di lui. Era fisicamente un welter e superwelter, ma doveva affrontare il più delle volte i pesi medi. Agli Assoluti era un buon protagonista, ma non riusciva ad emergere per cui decise il grande passo al professionismo nel 1990. Il problema apparso tra i dilettanti si ripropose tra i professionisti: non era semplice trovare un avversario disposto ad incontrarlo, mentre lui avrebbe accettato qualsiasi ingaggio anche nel peso superiore. Il 22 agosto del 1992 affrontò per il titolo il campione italiano Michele Mastrodonato, pugile dalla potenza devastante, e maglia azzurra per vario tempo. L’esperienza e la bravura di Mastrodonato non ammettevano chances per lo sfidante romano. Il match, invece, si rivelò un vero incubo per il campione, che passò brutti momenti, ma al X round Dell’Uomo, ferito ma non domato, venne rimandato all’angolo. Si tenga presente che Mastrodonato pochi mesi dopo affronterà a San Severo il campione del mondo WBO, John David Jackson. Dell’Uomo nel 1993 viene nominato cosfidante insieme a Christian Sanavia per il titolo dei medi che era rimasto vacante. Il verdetto andrà all’astro nascente Sanavia. La sua è una carriera sofferta tra l’amore per la boxe e il duro lavoro, soprattutto come fabbro. Il 28 dicembre affronta a Tarquinia Gianluca Jommarini, un alter ego come modo di combattere, sempre per il titolo dei medi vacante. Match duro e scorbutico pari tecnico al VII round. La sfida tra i due viene riproposta nel marzo del 2002 e stavolta vince per squalifica al III round Dell’Uomo che diventa campione italiano dei medi. Una bella soddisfazione per il fighter romano, che capisce che non può continuare uno sport così duro con un allenamento saltuario. Finisce così la sua carriera di combattente  per rimanere nell’ambiente come tecnico in varie società, rimanendo fedele a quel mondo che aveva accompagnato la sua gioventù e la sua maturità.      

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