Intervista a Cataldo Quero

Intervista a Cataldo Quero

 

26-8-17 “Il pugilato? E’ un sport nobile, che forma alla vita. Nel suo quasi mezzo secolo di attività, la Quero-Chiloiro Taranto ha educato generazioni di giovani, insegnando loro la disciplina del rispetto umano. L’esistenza, in fondo, è come un ring”. Cataldo Quero, trentacinque anni, è tecnico e manager della Quero-Chiloiro, la seconda società della boxe italiana. Opera nel “solco” di papà Vincenzo, maestro benemerito, fulcro motivazionale dello sport coi guantoni. Cataldo e Cosimo i suoi due figli, che sono a capo dello staff tecnico che quotidianamente insegna il pugilato nella storica palestra di via Emilia.

 

“UNO SPIRITO ESISTENZIALE” Cataldo Quero, ex dilettantista pluripremiato (tre volte campione d’Italia), professionista (6 successi su 7 match disputati tra 2005 e 2006 ed atleta della Nazionale italiana, dopo essere stato bloccato sulla via agonistica da noie fisiche, da un decennio opera all’angolo del ring, come dirigente e tecnico. Dal 2007 è responsabile del settore giovanile della Federboxe Puglia-Basilicata (retto dal tarantino Nicola Causi) e dal 2017 fa parte della commissione giovanile della Federboxe nazionale. Qual è lo spirito della Quero-Chiloiro? Cataldo lo illustra: “Prima ancora di formare i possibili campioni, insegniamo ai nostri ragazzi i valori della buona socialità. Da quando è nata nel 1970 - evidenzia il tecnico del club rossoblù - la Quero-Chiloiro ha strappato alla cattiva strada tanti ragazzi, riuscendo a catalizzare la concentrazione tramutatasi in dedizione alla disciplina. Lo sport è esempio di buona vita, tanto che la palestra si trasforma in un area psicologica che offre il supporto necessario nella crescita, a livello familiare e scolastico anche, tanto da far muovere parallelamente lo sport con la formazione. Insomma, qui si modellano i talenti a 360 gradi. E sapere che molti di loro – prosegue Cataldo Quero – intraprendono la via dell’università e del lavoro, è motivo di orgoglio”.

 

I pugni come semi nel terreno dell’esistenza. “I ragazzi vedono in noi insegnanti del pugilato dei punti di riferimento. La palestra è anche un’attrazione familiare, tanto da radunare gente di ogni età. Con il tempo – evidenzia Quero – la noble art è cambiata, diventando una disciplina capace di produrre un benessere psicofisico, indipendentemente dal fulcro agonistico. La palestra raduna famiglie, ragazzi e ragazze. Quest’ultime sono in crescita, trovando nella palestra un ambiente sano”.

 

“LA VIA DELL’AGONISMO” L’agonismo è un punto di riferimento dell’associazione Quero-Chiloiro. Intensa anche l’attività del 2017 in corso, che sinora è racchiusa in questi numeri: 125 successi su 224 match disputati; tredici riunioni organizzate; 26 trasferte disputate in tutta Italia; successi a livello regionale e nazionale, con l’emblema nel “Guanto d’Oro” conquistato dall’Elite della nazionale italiana Francesco Magrì. “Questo è un piccolo miracolo, perché costruito in una città difficile come Taranto, dove la promozione sportiva è forzatamente generata dal basso. Senza una politica organizzativa, capace di garantire servizi e stimoli. Noi andiamo avanti perché amiamo il pugilato”. Sul ring pulsa la vita. Quero-Chiloiro docet.

 

Addetto stampa Quero-Chiloiro

 

Alessandro Salvatore

 

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