Gli straordinari successi ottenuti in questi anni a livello dilettantistico non si riscontrano purtroppo nel pugilato professionistico. Abbiamo campioni di statura internazionale e molti giovani di grandi potenzialità ma la situazione organizzativa è di sostanziale stagnazione e la condizione dei pugili di estrema precarietà.

Sappiamo che senza il “traino” dei grandi campioni del professionismo tutto il movimento pugilistico è gravemente penalizzato, e sappiamo che è ben difficile ipotizzare politiche federali idonee di per se ad aggredire con successo la crisi. In Italia come in tutto il mondo le fortune del pugilato professionistico sono legate fondamentalmente al dinamismo imprenditoriale degli organizzatori.

Come Federazione eserciteremo il massimo sforzo per un rilancio del Settore, consapevoli peraltro di non poter assumere ruoli imprenditoriali diretti.

Le linee che vogliamo seguire:

- vigilanza e tutela a salvaguardia della salute, delle condizioni contrattuali e dell'equità economica delle borse dei pugili;

- sostegno alla crescita di autonomia della Lega Professionisti e massima collaborazione per l'individuazione di risposte innovative per la promozione e la gestione del professionismo italiano;

- misure di agevolazione a favore delle società dilettantistiche che aiutano con un'autonoma attività organizzativa la carriera dei loro atleti neoprofessionisti;

- verifica giuridica delle modalità per superare la rigidità normativa e fiscale della legge '91;

- impegno per favorire le migliori condizioni esterne per lo sviluppo del pugilato professionistico  tramite la promozione dei suoi valori culturali, sociali e sportivi;

- massimo impegno per recuperare spazi di visibilità nei media giornalistici e televisivi, condizione primaria ed essenziale per conquistare sponsorizzazioni e popolarità.