Quattro chiacchiere con Giuseppe Laganà

CALABRIA


Giuseppe Laganà fa parte di quel gruppo di indomiti pugili italiani che, copertisi di successi e di gloria negli anni scorsi e arrivati chi a poco prima, chi ben oltre la soglia dei quarant'anni (Vidoz, i due Branco, Fragomeni tra gli altri), ancora non mollano e, spinti da una passione inenarrabile per lo sport della boxe, continuano a fare sacrifici per allenarsi e combattere, mettendo sempre un altro obiettivo davanti a loro. Il calabrese Laganà, da poco passato sotto la tutela della manager Monia Cavini, dopo una incredibile carriera iniziata a cavallo tra gli anni Novanta e l'inizio del nuovo secolo senza aver mai provato cosa vuol dire combattere contro i collaudatori, con tutti match che sono sempre state assolute battaglie e che gli hanno regalato non solo il titolo italiano dei pesi mosca di cui è ancora titolare ma anche vari intercontinentali Ibf e Wbo nei mosca e nei supermosca, il 5 agosto in Sardegna combatterà contro lo spagnolo Rafael Lozano per il vacante titolo dell'Unione Europea, per porre un sigillo estremamente significativo a una carriera e a una passione che probabilmente non vedrà il suo tramonto in quell'occasione. Ne abbiamo sondato gli umori in una bella e appassionata chiacchierata.


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